Qualcosa si sta muovendo.
È stato sventato il tentativo di non affrontare nel merito gli effetti della riforma.
Fatta fuori la foglia di fico della riduzione dei costi della politica, sono emerse tutte le storture di una modifica zoppa della Carta costituzionale, che va a incidere solo sul numero dei parlamentari – riducendo così la rappresentanza – senza garantire una maggiore efficienza del Parlamento, restando immutato il bicameralismo perfetto.
Si è correttamente osservato, anzi, che la riduzione del numero non solo avrebbe pesanti conseguenze sulla funzionalità delle Commissioni, ma non garantirebbe nemmeno un miglioramento qualitativo dei rappresentati.
Ciò che più mi fa sperare è, però. il corsivo di Zagrebelsky, uscito oggi su La Stampa.
Il prode costituzionalista, infatti, dopo aver pubblica su La Repubblica un folle articolo in cui, per non sposare il NO, aveva fatto una gran confusione cercando di mettere entrambe le posizioni sullo stesso piano, oggi pare più lucido e a favore del NO.
A pensar male, sembrerebbe che si sia accorto che il vento sta cambiando, ma non nella direzione di chi ha fatto propria questa espressione in politica, e che quindi non vale più la pena perdere la faccia per sostenere tesi assurde, specie se poi dovessero risultare perdenti.
Così, magicamente, leggiamo da Zagrebelsky
La chiusura dell’articolo è poi fantastica, e dimostra definitivamente la fine dell’idillio con i 5S, Casaleggio e il loro cantore Travaglio (e probabilmente la fine della sua corsa per la Presidenza della Repubblica)
Ha ragione Zagrebelsky. Facciamola finita con questa pagliacciata eversiva: votate NO!