Prosegue la corsa a chi la spara più grossa nel tentativo di trovare giustificazione a una riforma costituzionale nata male, e che sta finendo peggio.
È stato dimostrato che le ragioni di riduzione di spesa sono risibili.
Non credo vi sia altro di aggiungere sul punto all’ottimo intervento televisivo di Simone Baldelli, che, dopo aver messo il prof. Ceccanti di fronte alle sue stesse parole, ha concluso in maniera lapidaria sul fatto che convenga mantenere il “bonus democrazia”, magari compensando il maggior costo con l’abolizione del “bonus monopattino” (qui trovate l’intervento).
Venuta meno la giustificazione populista degli ex apritori di scatolette di tonno, e con la crescita del fronte del no, gli intellettuali sono stati tutti mobilitati per cercare ex post un senso a questa riforma, anche se questa riforma un senso non ce l’ha (semi cit.).
L’ultimo in ordine di tempo è l’intervento di Ainis, su La Repubblica di oggi, che trovate in calce, in modo che possiate anche voi farvene un’idea.
Nell’articolo si fa una gran confusione nel tentativo di far credere che sia più lodevole l’uovo oggi della gallina domani (questo è, per l’appunto il titolo dell’articolo), e che il complesso equilibrio di pesi e contrappesi di quella che fino a ieri era la “costituzione più bella del mondo” possa essere scardinato un pezzo alla volta, senza una visione sistematica e organica (che per magia diventa un “fritto misto”), rimandata a una “gallina” futura (e futuribile).
Tutto questo, per di più, iniziando dal Parlamento, unico organo costituzionale eletto direttamente dal popolo, i cui membri vengono ridotti senza alcun correttivo sul suo funzionamento, facendo passare la cosa come “un aspetto circoscritto che non cambia di una virgola le fondamenta del nostro vivere civile” (gulp!).
E allora si mescola con leggerezza referendum abrogativo di legge ordinaria e referendum confermativo di legge Costituzionale, fino a dire, ad esempio, con un ingiustificato aggancio a Constantino Mortati – che, essendo passato a miglior vita 35 anni fa, non può smentirlo – che l’assenza del quorum nel referendum costituzionale serve a evitare la trappola dell’astensione del fronte del no, quando invece l’assenza del quorum ha proprio la funzione opposta e, cioè, dare la possibilità anche a una minoranza di cittadini di non confermare una legge costituzionale, se rappresentino, comunque la maggioranza dei votanti (da qui la porcata dell’attuale governo di prevederne l’accorpamento con le amministrative, per cercare di ampliare il numero dei votanti).
Si cerca poi di giustificare il numero eccessivo dei parlamentari con riferimento ad altre realtà con forme di governo totalmente diverse (cosa c’entrano gli Stati Uniti che sono uno Stato Federale e con forma repubblicana presidenziale??).
Insomma, se gli argomenti a favore sono questi, votate pure con serenità NO.
Teniamoci il “bonus democrazia”, date retta, anche a costo di pagarci per intero il monopattino!