La Francia in lotta per la laicità dello Stato. L’Italia persa dietro ai banchi a rotelle
In questi giorni David Allegranti, che normalmente si è occupa egregiamente di cronaca politica, sta portando avanti sulla sua newsletter Il Machiavello (abbonatevi! Bastano 34€ l’anno) una campagna per tenere alta l’attenzione sull’atroce morte di Samuel Paty, professore di liceo sgozzato per mano di folle islamista Ceceno, solo per aver mostrato in classe le vignette su Maometto. Non si tratta, infatti, di limitarsi a condannare l’atroce delitto. Qui è in gioco la libertà di espressione e, soprattutto, il principio della laicità dello Stato. La Francia ha affrontato la sfida di petto, con il Presidente Macron che ha organizzato una toccante cerimonia alla Sorbonne sulle note di “One” degli U2, volute dalla famiglia, e ha pronunciato inequivocabili parole di contrasto al fondamentalismo islamico, in favore dello Stato laico e della libertà di insegnamento, parce qu’en France, les Lumières ne s’éteignent jamais Emmanuel Macron In Italia se ne è parlato pochissimo. I nostri…
Il problema non sono i politici. Il problema sono gli Italiani
Oggi mi sono imbattuto in questa storiella, che nemmeno Totò, mitico venditore della fontana di Trevi, avrebbe potuto inventare. Peccato sia vera. Ho scoperto che da tempo alcuni poliziotti si inventano candidature e liste alle amministrative in Comuni sotto 1.000 abitanti (così da non dover raccogliere le firme), solo per poter godere del congedo di 30 gg. per la campagna elettorale. Secondo l’articolo, succede spesso in Abruzzo, Basilicata, Puglia e Sicilia. Si candidano in Comuni che nemmeno conoscono, con programmi standard, tanto non vengono eletti e tutto torna a posto. È successo, però, che a Carbone, comune della Basilicata sono stati eletti, per cui la cosa è venuta fuori e hanno dovuto fare la corsa a dimettersi, costringendo il Comune al commissariamento e a indire nuove elezioni. Se ancora non vi siete schifati, sappiate che nel programma “standard” era prevista l’installazione di pannelli fotovoltaici sulle scuole (che il Comune non…
Una proposta per la gestione delle cattedre nella scuola. Perché tanto occorre ripartire da lì
Vi segnalo questo interessante articolo su una possibile riforma strutturale nella gestione delle cattedre su Domani Perché il toro va preso per le corna!
Se proprio vogliamo parlare di casta…
A noi operatori del diritto è chiaro da tempo che, se vogliamo parlare di “casta” – termine odioso, per il suo richiamo ai proclami populisti – l’unica vera attualmente esistente in italia è quella della Magistratura. Si badi bene, “Magistratura” intesa come corpo, non magistrati intesi come persone, perché, fortunatamente, esistono validissimi e coscienziosi magistrati che svolgono il loro compito con serietà e dedizione. Il potere della Magistratura è oramai fuori controllo per tutta una serie di ragioni che prendono le mosse da mani pulite e dalla scelta di certa politica di risolvere conflitti politici attraverso la magistratura. Qui, trovate uno dei tanti esempi. Se avete voglia di approfondire, seguite “Il Riformista”, dove il buon Sansonetti non smette mai di battersi, evidenziando le storture del sistema giustizia. In ogni caso io vi segnalerò, cammin facendo, le migliori “perle”.
Miss “Questo lo dice lei!”
I 5s, con la vittoria del SI stanno alzando di nuovo il capo e proseguono nell’azione di picconatura delle istituzioni democratiche, sotto il vessillo dell’incompetenza, al grido di “uno vale uno”. Il tutto con il beneplacito del popolo bue. Abbiamo un nuovo viceministro alla spending review: Miss “questo lo dice lei!”, per via dell’agghiacciante risposta che fece cadere le braccia in TV a uno sgomento Padoan. Poveri ragazzi: fuggite fino a che siete in tempo, prima che l’Italia vi presenti il conto di questi scellerati!
#Referendum #IoVotoNO #3
Qualcosa si sta muovendo. È stato sventato il tentativo di non affrontare nel merito gli effetti della riforma. Fatta fuori la foglia di fico della riduzione dei costi della politica, sono emerse tutte le storture di una modifica zoppa della Carta costituzionale, che va a incidere solo sul numero dei parlamentari – riducendo così la rappresentanza – senza garantire una maggiore efficienza del Parlamento, restando immutato il bicameralismo perfetto. Si è correttamente osservato, anzi, che la riduzione del numero non solo avrebbe pesanti conseguenze sulla funzionalità delle Commissioni, ma non garantirebbe nemmeno un miglioramento qualitativo dei rappresentati. Ciò che più mi fa sperare è, però. il corsivo di Zagrebelsky, uscito oggi su La Stampa. Il prode costituzionalista, infatti, dopo aver pubblica su La Repubblica un folle articolo in cui, per non sposare il NO, aveva fatto una gran confusione cercando di mettere entrambe le posizioni sullo stesso piano, oggi pare…
L’arte di governare e di scegliere i propri rappresentanti per farlo
Carlo Calenda ha pubblicato sui social un bellissimo video di poco più di 6 minuti, in cui spiega quali sono, secondo lui, le ragioni per cui si è formato questo grande distacco fra la i cittadini e la politica e, soprattutto, per quale ragione tendiamo a mandare in parlamento (e, di conseguenza, al governo) persone a cui non affideremo nemmeno la gestione di un edicola. Sono solo 6 minuti e 25 secondi. Nell’arco della nostra vita, noi stessi e i nostri ragazzi bruciamo ore ed ore davanti ai telefoni a guardare i video più disparati. Dai gattini che cadono dagli armadi, a chi cerca di svitare i tappi delle bottiglie con un calcio o di replicare balletti su tik-tok. Dedichiamo, a suon di minuti, ore e ore a rimanere aggiornati sulla vita degli altri, così come ci viene proposta sui social. Credo che possiamo benissimo trovare un momento nell’arco della…
Per un ritorno alla autorevolezza in base alla competenza (e due regole igieniche fondamentali)
Scrivendo il precedente post su come dovrebbe essere secondo me la politica, mi sono reso conto che alla base dell’auspicata ripartenza della politica su nuovi presupposti dovrà essere la volontà di recuperare l’autorevolezza secondo la competenza. Credo, infatti, che nella corsa iconoclasta del nuovo corso e dei loro guru, si sia commesso il gravissimo errore di gettar via assieme all’autorità anche l’autorevolezza, sottovalutando le gravi conseguenze che da questa rivoluzione sarebbero seguite nel dibattito politico e, ancor prima, in quello civile. Tutto ha avuto inizio da quell’orrenda espressione coniata dal comico genovese (di cui mi rifiuto anche di fare il nome) dell’ “uno vale uno“, con cui si è preteso di presupporre che chiunque fosse in grado, grazie alla rete, di farsi un’opinione su ogni cosa, e che questa sua opinione avesse lo stesso peso di quella di chi ha studiato e conosce quello specifico settore da anni ed ha…