Carlo Calenda ha pubblicato sui social un bellissimo video di poco più di 6 minuti, in cui spiega quali sono, secondo lui, le ragioni per cui si è formato questo grande distacco fra la i cittadini e la politica e, soprattutto, per quale ragione tendiamo a mandare in parlamento (e, di conseguenza, al governo) persone a cui non affideremo nemmeno la gestione di un edicola. Sono solo 6 minuti e 25 secondi. Nell’arco della nostra vita, noi stessi e i nostri ragazzi bruciamo ore ed ore davanti ai telefoni a guardare i video più disparati. Dai gattini che cadono dagli armadi, a chi cerca di svitare i tappi delle bottiglie con un calcio o di replicare balletti su tik-tok. Dedichiamo, a suon di minuti, ore e ore a rimanere aggiornati sulla vita degli altri, così come ci viene proposta sui social. Credo che possiamo benissimo trovare un momento nell’arco della…

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L’attuale cortocircuito della politica, come spiega bene Calenda, sta nel fatto che, dall’avvento dei 5s e, ancor prima, dei social, i politici hanno smesso di offrire soluzioni, e si sono limitati a fare da eco alle lamentele espresse dai cittadini in quegli immensi bar che sono diventati i social media. I politici hanno smesso di avere una visione e di raccogliere voti per il suo raggiungimento e hanno scelto la strada più comoda di raccogliere il consenso semplicemente per l’immedesimazione che suscitavano ripetendo gli stessi concetti espressi nei bar virtuali. Il passo successivo è stato quello di una classe politica serva delle tendenze social del momento, che gli garantissero di continuare a surfare sulla cresta del consenso, anche a scapito della coerenza. Memorabile in questo senso sono state le dichiarazioni durante la pandemia del Covid-19, in cui un giorno bisognava aprire tutto, e quello successivo chiudere tutto, per poi riaprire…

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Come era evidente ai sani di mente, eleggere degli incompetenti scappati di casa, specie se teleguidati, con intenti eversivi dell’ordinamento costituzionale, dalla Casaleggio s.rl., non è stata una mossa azzeccatissima, specie in tempi crisi. L’epidemia Covid-19 ci ha messo, poi, sopra il carico, creando la tempesta perfetta. Molti paesi europei, però, dopo aver subito una così pesante crisi economica si stanno attrezzando per sfruttare tutti gli strumenti messi in campo dalla UE per fronteggiare la situazione eccezionale. Noi no. Noi, non solo schifiamo il MES, per non urtare la sensibilità degli elettori “anti-casta” – come se avesse senso usare ancora questa categoria dopo che gli apritori di scatolette si sono trasformati in pregiati tonni pinna gialla – ma evitiamo accuratamente di predisporre quella documentazione necessaria per soddisfare le condizioni del ben più vincolante Recovery Fund – “c’è tempo fino a ottobre” Conte dipsit – incapaci di una visione di lungo…

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